A feast she wasn't expecting!
Clover
Greene would sooner crawl into her oven than host family for
Thanksgiving dinner. Yet another annual ritual of too much food, served
with a side of criticism over "Clover's Bad Life Choices." This year,
she needs to distract them all—with a handsome fake boyfriend. And she
has the perfect guy in mind.
Contractor
Erick Fields is the poster boy for sexy single dads, and Clover has
been secretly crushing on him for ages. She certainly wasn't expecting
Erick to agree to her insane charade…or to add lots of hot, wicked sex
to the deal. If they can pull it off, the worst Thanksgiving ever might
give them something to be really thankful for!
Eccoci
al secondo incontro con la trilogia Men at Work, un altro romanzo
ambientato tra la bellezza della natura dell’Oregon. Dopo aver
conosciuto Joey e Chris in “Her Halloween treat”, la Reisz ci propone
un’altra coppia e una diversa storia, tutta da leggere e da gustare.
Clover
Green possiede una piccola azienda, una serra che accudisce con immenso
amore e competenza, grazie anche all’aiuto della piccola Ruthie, una
sedicenne dal carattere ribelle. Clover è sempre stata un tipo deciso,
cresciuta in una famiglia dedita più all’apparire che all’essere, si è
staccata ben presto dal giogo delle regole assurde che i genitori hanno
imposto e, tra l’orrore generale, ha rinunciato alla carriera stabilita
da suo padre, ha abbandonato il college e si è trasferita in un’altra
città, dando un taglio netto al cordone ombelicale. Al contrario dei
fratelli, conduce la vita che ha sempre sognato, libera dalle ipocrisie
che gli stereotipi della classe sociale le avrebbero imposto. Inutile
dire che, nonostante i problemi nella gestione quotidiana della sua
piccola serra, tutto sembra procedere al meglio tanto che una grande
azienda del settore ha offerto un’ingente somma per rilevarla. Clover ha
tutto il tempo delle feste per pensarci prima di dare la risposta. Fin
qui tutto bene. L’equilibrio della donna va in frantumi con l’arrivo
della lettera del padre.
“My
parents’ house finally sold and my sister’s house have ants and has to
be fumigated. And my brother’s house is still undergoing renovations
that they were undergoing last Thanksgiving.” […] “ It means lucky me to
host Thanksgiving. By the way, they didn’t ask me if I would host
Thanksgiving. No, they told me to expect them on Thanksgiving…”
Se
pensate che sia una cosa di poco conto, la solita reazione esagerata di
una figlia ingrata, per esempio, siete fuori strada. La riunione di
famiglia rappresenta un’arma letale nelle mani dei genitori di Clover i
quali non perderanno occasione di usarla contro di lei.
“Thirty
years old. No husband. No boyfriend. No kids. I haven’t even been on a
date in years. And they will let me know over and over again, and in no
uncertain terms, that I’m not getting any younger, and if I’m going to
be happy, that magical way they are happy with their beautiful spouses
and their perfect children, I have to get a move on it. And I will sit
there and I will listen to all of this…”
La
situazione è davvero grave anche perché non sembra esserci soluzione al
momento a parte forse quella di far passare per fidanzato un aitante e
fantastico boy preso in affitto in uno dei tanti siti on line. Oppure…
prendere in considerazione l’idea dell’ingegnosa e machiavellica Ruthie
che le offre su un piatto d’argento il padre.
“Ask Pops, you know my father? Picks me up every day. The tall guy with the dirt under his nails who’s cute, I guess, for a dad”
“Yes I know who your father is. We’ve met a few hundred times.”
“Well,
ask him, then. He has all his theeth and all his hair and he knows how
to cook a turkey. What more could any woman want in a fake boyfriend?”
Dopo vari ripensamenti Clover accetta ed Erick, il padre in questione, sarà ben felice di aiutarla.
Come
il precedente, anche questo racconto è brillante, intenso, ironico
molto sensuale e a tratti irriverente ma anche più completo.
Personalmente l’ho apprezzato di più. I protagonisti, questa volta, sono
più grandi (Clover ha trent’anni e Erick li ha superati di poco).
Clover è intelligente, bella, indipendente; adora il suo lavoro e la sua
vita anche se, come riconosce lei stessa, non è certo perfetta. Le
manca un compagno ma, al contrario della sua famiglia, non considera
l’assenza un problema apocalittico. Il vero dramma è il confronto, o
piuttosto lo scontro, con la mentalità inquadrata e ottusa di una madre,
che le rimprovera di essere andata via di casa e di aver abbandonato il
college prima del diploma, o di un padre, troppo snob e distante che
non perdona alla figlia di non aver seguito le sue orme. Che dire dei
fratelli, poi, esempi viventi dell’idea malsana di benessere? No, Clover
è sola, e anche se ha voluto con tutte le forze la propria
indipendenza, soffre la loro mancanza.
Erick
è un uomo simpatico, un bravo appaltatore, dal fisico forte e dai modi
affabili. Quando si ritrova immerso, suo malgrado, dalla figlia in
questa situazione, pur constatando la stranezza, non si tira indietro.
Accetta di aiutare Clover non foss’altro che per sdebitarsi, (Clover ha
assunto Ruthie in un momento particolare), ed è felice di poterle dare
una mano. La sua ironia coinvolgente e il carattere brillante e
schietto, ben presto, fanno breccia nel cuore di Clover che, poco a
poco, finisce per affezionarsi. Tra i due si instaura una complicità
solida, Erick sa ascoltare, non giudica, e soprattutto le dà fiducia,
offrendole ciò di cui lei ha più bisogno.
“This is a hard decision, but whatever you go with, that’s pretty incredible. I’m so proud of you. “
«Sono orgoglioso di te».
È questa la frase che Clover avrebbe voluto sentire negli anni da chi
si presume avrebbe dovuto conoscerla bene e che invece riceve da un uomo
appena arrivato. Erick ha tutto ciò che le manca, e anche una figlia
rivoluzionaria e dal cuore d’oro. Ruthie è un personaggio unico, segue i
suoi ideali, commette errori e paga per le scelte azzardate. Tuttavia
non perde mai di vista il suo obiettivo, è una ragazza generosa che
diventa un cupido brillante: vuole aiutare Clover e dare a suo padre una
donna da amare.
Lo
stile è sempre quello, (chi legge la Reisz lo sa), frizzante e vivo.
Non mancano le scene moooolto hot, i dialoghi, poi, sempre divertenti e
pieni di battute ciniche, conferiscono alla storia un ritmo veloce e
incalzante. Il racconto. però, oltre a essere divertente, include anche
osservazioni serie e sfoghi importanti. Lo scontro di ideali tra Clover e
la famiglia fornisce lo spunto per una più profonda riflessione sulla
differenza dei valori delle classi sociali. La corsa al successo, il più
delle volte, mette in secondo piano il sentimento e soffoca il calore
dei rapporti. Non sempre essere ricco equivale a saper vivere.
“
Are you so insicure about your lives that you are threatened that
Clover’s happy without doing what you all did? Is that it? Kind of
sounds like it. Could you maybe look at what Clover has instead of what
she doesn’t have?...”
Euforia
e tristezza, dolore e gioia, sesso e amore sono dunque gli ingredienti
che fanno di “Her naughty holiday” una meravigliosa favola
contemporanea e completa.
Consigliatissimo!
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