martedì 12 luglio 2016

THE BOURBON KINGS di J.R.Ward

Per generazioni, la famiglia Bradford ha indossato il mantello dei re del Bourbon del mondo. La loro ricchezza sostenuta ha offerto loro prestigio e privilegio - così come una divisione di classe conquistata a fatica sulla loro tenuta tentacolare, Easterly. Sopra c’è una dinastia che secondo le apparenze rispetta le regole di buona fortuna e buon gusto. Sotto, c’è il personale che lavora instancabilmente per mantenere impeccabile la facciata dei Bradford. E i due mondi non dovrebbero mai incontrarsi.
Per Lizzie King, capo giardiniere di Easterly, attraversare la linea che li divide, ha quasi rovinato la vita. Innamorarsi di Tulane, il figliol prodigo della dinastia del bourbon, non era quello che lei intendeva o avrebbe voluto - e la loro rottura amara è servita solo a dimostrare quanto avesse ragione il suo istinto. Ora, dopo due anni di lontananza, Tulane è finalmente tornato di nuovo a casa, portandosi dietro il suo passato. Nessuno verrà risparmiato: non la bella e spietata moglie di Tulane; non suo fratello maggiore, la cui amarezza e il risentimento non conoscono limiti; e soprattutto non  il Patriarca Bredford, pugno di ferro, un uomo con poche morale, meno scrupoli, e molti, molti segreti terribili. Quando le tensioni familiari – sia quelle professionali che quelle private - esplodono, Easterly e tutti i suoi abitanti vengano gettati nella morsa di una trasformazione irrevocabile, e solo il più scaltro sopravvivrà.

Vizi privati e pubbliche virtù. Mai massima è stata più azzeccata per descrivere ciò che accade nella famiglia Baldwine. Certo ad essere precisi, direi che di virtù ce n’è ben poca, al contrario, i vizi abbondano e non risparmiano nemmeno uno dei protagonisti del romanzo. La prima impressione che si ha scorrendo le pagine del libro è quella di un ritorno al passato. E qui mi rivolgo alle lettrici dai quarant’anni in su, a quelle che come me hanno seguito e amato le avventure di Dallas o Dynasty, telefilm in voga negli anni ’80. Bene, si può accostare la storia della famiglia Baldwine a quella degli Ewing e dei Carrington senza problemi. Premetto che le saghe famigliari esercitano su di me un fascino particolare. Gli intrighi, i segreti, le passioni più o meno morbose e gli incidenti sono gli ingredienti che, aggiunti ad una buona dose di suspance, formano un mix esplosivo che, se ben architettato, determina il successo di una fiction o, come nel nostro caso, di un libro. La Ward mette da parte per un attimo le vicende dei vampiri della Confraternita del Pugnale Nero per dar vita, attraverso la sua sapiente penna, ad una nuova saga contemporanea che già dal primo libro sembra racchiudere in sé un grande potenziale. Lo possiamo definire un romanzo democratico in cui il mondo dei padroni e quello della servitù si mischiano dando vita a vari tipi di relazioni, tutte molto complicate. Procediamo con ordine.
Ci troviamo a Charlemont in Kentucky, nello stato del Bourbon, a Easterly, la residenza della famiglia Baldwine, proprietaria della Bredford Bourbon Company, una delle più grandi compagnie produttrici degli Stati Uniti. Lane, il terzo figlio dei coniugi William Baldwine e Virginia Elizabeth Bradford Baldwine, che da due anni vive a New York e passa il suo tempo a guadagnare soldi giocando a poker, viene richiamato a casa perché le condizioni di salute, peraltro già precarie, della madre si sono improvvisamente aggravate. Tornare per Lane significa riaprire ferite ancora non del tutto rimarginate: un matrimonio sbagliato alle spalle ancora da risolvere, una relazione con il capo giardiniere, Lizzie King, troncata in malo modo e una situazione famigliare non proprio idilliaca.
Lane, bello e ricco, non ha mai nascosto la sua passione per le belle donne e così, nonostante sia legato a Lizzie, corteggia e seduce Chantal, figlia di un amico di famiglia, da sempre attratta dalla bella vita e dai soldi. La mette incinta ed è costretta a sposarla, ma la loro unione non funziona e Lane decide di lasciarla subito e di scappare a New York tagliando i ponti con tutti.
Lizzie King rimane a lavorare alla proprietà e anche se ancora non si riprende dalla rottura del loro rapporto, è ancora innamorata di lui e quando lo rivede non riesce a resistere. L’antica passione non è ancora assopita, basta poco per riaccendere il fuoco e ricominciare, ma non sarà facile per loro due. Infatti, Chantal Baldwine, una donna senza scrupoli, messa alle strette dal suo redivivo maritino, non accetta di buon grado la richiesta di divorzio e farà di tutto per tenersi stretta la porzione di paradiso a cui è abituata. Le due donne sono agli opposti e i loro incontri sono a dir poco esplosivi. E il povero Lane dovrà combattere non poco prima di riconquistare l’amore della sua vita.
“Il suo profumo era il Coppertone, non Chanel. Le sue scarpe erano Merrel, non Manolo. Il suo orologio era Nike, non Rolex. Per lui, lei era la donna più bella e ben vestita che avesse mai visto.
Purtroppo, lo sguardo nei suoi occhi era quello di sempre.”
La famiglia Baldwine non è conosciuta per l’armonia e la lealtà. L’aria che si respira tra le pareti dell’immensa tenuta non è mai stata leggera e allegra. Lane se lo ricorda bene, fin da piccolo lui e i suoi tre fratelli hanno subito la violenza e le angherie del padre padrone e l’indifferenza e l’assenza di una madre sempre troppo malata e relegata a letto in uno stato semi vegetativo. Il patriarca è William Baldwine, un uomo senza scrupoli, violento ed egoista, capace di azioni riprovevoli e inimmaginabili che rivolge anche contro la sua stessa famiglia. In seguito al matrimonio con Elizabeth Bradford, diventa il capo incontrastato della Bradford Bourbon Company. La sua condotta inadeguata e sconsiderata, però, ha portato la proprietà sull’orlo della bancarotta. Per salvare il salvabile, è costretto ad ipotecarla e a ricorre ad azioni riprovevoli come quello di far interdire la moglie malata e gestire così il suo capitale, o lasciare nelle mani dei rapitori sud americani il primogenito, Edward, o far sposare la figlia più piccola, Gin, con un uomo violento ma pieno di soldi. 
La moglie, Virginia Elizabeth, è inesistente, rinchiusa nella sua camera, costantemente sedata e drogata. I coniugi Baldwine hanno quattro figli, o almeno così sembra fino a questo momento: Edward, Max, Tulane e Virginia (Gin).
Edward, il maggiore, da tutti considerato il più bello, intelligente e abile in fatto di numeri, ora è un uomo distrutto nel fisico e nella psiche. Sopravvissuto al suo rapimento, ha conosciuto quanto fosse grande l’odio del padre nei suoi confronti. Fin da piccolo è lui quello che subisce da sempre le torture da parte del padre. Ora vive lontano da Easterly e si occupa, quando è sobrio, di cavalli.
Ama da sempre Sutton Smythe, la figlia del magnate delle distillerie della zona. Tra loro c’è un sentimento forte anche se platonico, che dura da molto tempo e che finalmente si concretizza in un modo a dir poco rocambolesco. Edward ha un modo tutto suo di ricordarla; il suo amico Beau gli manda ogni settimana escort per tirargli su il morale. Unica regola da seguire è che tutte devono avere qualcosa che gli ricordi Sutton. Ma quando un giorno è proprio lei a bussare alla sua porta, le cose si complicano. L’amplesso sarà memorabile, ma i problemi tra loro, però, non si risolveranno tanto facilmente. 
…”La porta si aprì lentamente… e qualcuno apparve dall’altro lato, in piedi direttamente sotto la luce del portico[…] il cuore di Edward smise di battere e cominciò a martellare. “Stavolta ci hanno azzeccato- disse a bassa voce, “finalmente Beau ha fatto la cosa giusta”
La donna sbatté le palpebre. “Scusa?”…
Max, il secondogenito, il facinoroso, l’anima ribelle della famiglia, è andato via di casa da tempo ed è scomparso, nessuno sa che fine abbia fatto. 
Gin, la sorella minore, molto simile alla Lucy di “Dallas” per capirci, è la ragazzina con la smania di crescere e una voglia da soddisfare. Passa da un letto ad un altro con il chiaro scopo di farla pagare all’amore della sua vita, l’avvocato di famiglia Samuel T. Lodge, il quale si comporta esattamente come lei. Il sentimento che li unisce è morboso, basato su ripicche, rincorse e screzi nel corso degli anni. 
“Ti amo!” sussurrò. […]
“No!” Lui disse ad alta voce. Poi La guardò con occhi freddi e socchiusi, come se stesse guardando un nemico. “Prima di tutto non ti credo, va bene? Penso che tu voglia manipolarmi e secondo io non permetterò mai che mi moglie manchi di rispetto a suo marito come tu potresti fare…”
Gin ha avuto una figlia da lui all’età di sedici anni ma si è guardata bene dal dirglielo e ora che Amelia è un’adolescente, diventa ancora più difficile gestire il segreto. Minacciata dal padre, è costretta a fidanzarsi con il ricco e violento Richard Pford IV, erede della Pford Liquor and Spirit Distributors, Gin chiede a Samuel di sposarla. Al suo rifiuto, si vede costretta ad accettare il perfido rimpiazzo, il quale per festeggiare la notizia, la violenta. Quando l’avvocato capisce che nonostante i loro problemi non può fare a meno di lei, torna sui suoi passi. Purtroppo però, arriva tardi e saputa la notizia dell’avvenuto fidanzamento, si consola presto, proprio davanti ai suoi occhi. Di drammi ce ne sono a iosa, come si può vedere e tanto per non farci mancare niente, ci sarà tempo anche per due presunti suicidi, quello della segretaria del padre e William stesso. La morte del patriarca sancirà la fine della famiglia Bradford Baldwine?  Che ne sarà della proprietà?
Lane sembra il solo che può rimettere insieme i cocci della famiglia, ormai allo sbando e anche se non ci crede molto all’inizio, con l’aiuto di Lizzie e grazie all’incoraggiamento di Miss Aurora, la governante che lo ha cresciuto come fosse una madre, si convince e resta. Non sarà facile riscattare la proprietà messa sotto ipoteca, né rimettere insieme una famiglia che sembra ormai al declino. Inoltre, Lane dovrà scagionarsi dall’accusa di aggressione nei confronti della moglie, incinta di nuovo. Tra inganni, colpi bassi, tradimenti e morti sospette, la storia si avvia alla conclusione con tanti interrogativi irrisolti che ci spingeranno verso il prossimo atto e da quello che ho potuto leggere nell’estratto posto alla fine del romanzo, posso affermare, senza ombra di dubbio, che non deluderà le aspettative, ve lo garantisco. 
Nel baillamme generale c’è solo un punto debole: la protagonista femminile, Lizzie. Sembra troppo debole e delude proprio nel momento in cui dovrebbe invece dimostrare il contrario e schierarsi al fianco del suo uomo nel momento più critico. Avrà alla fine il suo riscatto, ma non sarà sufficiente a renderla simpatica. Peccato! Lane merita qualcosa di meglio.
“Tu credi veramente che possa fare una cosa del genere ad una donna?”
Ovviamente no, pensò, ma rimase in silenzio…
"Lizzie, rispondi alla domanda”
“Non sono affari miei.”
Dopo un lungo momento. Lui annuì:” Ok, Va bene allora” Si avvicinò alla porta per lasciarla passare…
Per il resto il romanzo è perfetto, la storia intrigante e le situazioni coinvolgenti. Che ne sarà della famiglia Baldwine? Non ci resta che attendere il prossimo anno per scoprirlo. Nel frattempo, spariamo che il libro venga tradotto e pubblicato in Italia al più presto.

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