Caleb è un uomo con un unico obiettivo: la vendetta. Rapito da ragazzino
e venduto come schiavo da un mafioso affamato di potere, da allora non
ha mai pensato ad altro che a vendicarsi. Per dodici anni ha esplorato
il mondo degli schiavi del piacere alla ricerca dell’uomo che ritiene
responsabile del suo tremendo passato. Finalmente riesce a trovare
l’artefice della sua sofferenza: ha una nuova identità, ma la stessa
natura di un tempo. Per avvicinarsi abbastanza da colpirlo, Caleb deve
trasformarsi in ciò che più odia e rapire una bellissima ragazza perché
sia la vittima che lui stesso è stato.
Olivia Ruiz ha diciotto anni e si è appena svegliata in uno strano
posto. Bendata e legata, ad accoglierla c’è soltanto una calma voce
maschile. Si chiama Caleb, ma vuole essere chiamato Padrone. Olivia è
giovane, bellissima, ingenua e testarda. Possiede una sensualità oscura
che non riesce a nascondere. Pur essendo terrorizzata dall’uomo forte,
sadico e arrogante che la tiene prigioniera, l’irresistibile attrazione
che prova per lui la tiene sveglia nel buio.

Riusciva a percepire che la vita così come l’aveva conosciuta era appesa a un filo? Sentiva i suoi occhi su di lei? Aveva un sesto senso per i mostri? Quel pensiero lo fece sorridere. Perversamente, una parte di lui desiderava che la ragazza possedesse un sesto senso che la rendesse capace di individuare i mostri alla luce del giorno. Ma l’aveva tenuta d’occhio per settimane; era del tutto inconsapevole della sua presenza.

Livvie è una ragazzina di diciotto anni, ancora inesperta e ossessionata
dalla famiglia. Con un padre alcolizzato e una madre dai facili
costumi, Livvie è cresciuta con la paura di avere la stessa inclinazione
della mamma. Indossando degli abiti informi spera di passare meno
appetibile. Ma quando incrocia lo sguardo chiaro e sensuale di Caleb,
rimane abbagliata al punto da dimenticare tutto il resto. Purtroppo il
suo atteggiamento spigliato le costerà la libertà.
«Oh mio Dio», mormorò lei contro il cotone della sua T-shirt. «Reggimi il gioco, ok?» Serrava le braccia attorno alla sua cassa toracica, la voce una supplica convulsa. Caleb rimase scioccato per un attimo. Che svolta interessante avevano preso le cose. Era diventato l’eroe della situazione? Gli veniva quasi da ridere.
Dark Blue è il primo atto di una trilogia che si preannuncia
entusiasmante. La scrittrice ha esordito con questo libro dalle tinte
forti, un dark il cui argomento, purtroppo, rappresenta ancora una piaga
aperta in alcune civiltà. Ma è anche un romanzo d’amore in cui i
protagonisti si addentrano in un campo minato che colpisce entrambi alla
stessa maniera. Attraverso il POV alternato conosciamo meglio i
protagonisti. Livvie racconta in prima persona, giorno dopo giorno, le
sensazioni e le paure. Non è immune al fascino di Caleb, adora sentirlo
vicino, vibra sotto il tocco delle sue mani, eppure lo spirito indomito
che la caratterizza non l’abbandona mai.
Mi avvolse le dita attorno al polso, e il suo tocco mi produsse una scossa elettrica. Rimasi completamente pietrificata. […] L’intimità di questo semplice gesto mi costrinse ad abbassare lo sguardo, e mi ritrovai all'improvviso a temere più la sua gentilezza della sua crudeltà.
La ragazza non si abbatte, al contrario. Lei combatte con ogni mezzo
per trovare una via di fuga. Le parole dure che il padre soleva
rivolgerle da piccola rappresentano la sferzata quotidiana grazie alla
quale Livvie lotta e si ribella.
«Le donne sono delle sporche puttane e sono piene di sangue sporco, perciò una volta al mese se ne devono liberare».Rimasi sconvolta e tacqui terrorizzata. Immaginai di venire svuotata del sangue, la pelle ritratta fino alle ossa. «Io sono una donna, papà?»Mio padre prese un lungo sorso del suo rum e coca. «Un giorno lo diventerai».[…] «Come posso procurarmi più sangue?» Mio padre sorrise e mi abbracciò. Il sentore di alcol del suo fiato era sempre conforto per me. «Ci riuscirai ragazzina. Solo… non diventare una puttana».
Con Caleb, invece, la Roberts usa la terza persona dandoci la
possibilità di conoscere i dubbi, i pensieri, le emozioni che ne
determinano la personalità. La nascita di un sentimento non previsto
amplifica lo stato di disagio di Caleb. Sarà difficile per lui mantenere
la freddezza giusta e portare a termine il suo compito.
«Rivolgiti a me chiamandomi Padrone. Ogni volta che te ne dimenticherai ti costringerò a ricordartene. Perciò puoi scegliere se obbedire o essere punita. Dipende tutto da te».
Caleb è il Padrone, sa come trattare le donne, come spezzarne la volontà
e ridurle al ruolo di sottomesse esperte nel compiacere il maschio. Ha
imparato da tempo a non lasciarsi sopraffare dalle emozioni,
conquistando la fama di uomo senza scrupoli. Quelli con cui è costretto a
lavorare lo rispettano e, allo stesso tempo, lo temono e i nemici sanno
fin troppo bene cosa vorrebbe dire sfidarlo. La sua freddezza si
incrina davanti all’innocente Livvie. La bellezza prorompente della
ragazza e il suo carattere indomabile rischiano di compromettere il
lavoro di anni.
La ragazza, d’altro canto, superato il primo momento di sconforto,
inquadra perfettamente il suo carceriere. Pur percependone la
pericolosità, individua una breccia nello scudo di ghiaccio dell’anima
di Caleb e con furbizia alla stregua di un giocatore esperto di poker,
impara a bluffare con classe e destrezza fino a comprendere che solo
giocando alla pari può avere la meglio su di lui.
Come andrà a finire? Dai presupposti fin qui intravisti possiamo
tranquillamente affermare che il finale è tutt’altro che scontato. Non
ci resta che attendere il prossimo libro ma nel frattempo gustiamoci
questa bellissima storia.
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