Stella Gordon non è il suo vero nome. Thunder Basin, in Nebraska, non è la sua vera casa.
Questa non è la sua vera vita... ma dopo aver assistito all’omicidio
dello spacciatore di sua mamma, è stata immediatamente inserita nel
programma di protezione testimoni.
Stella però non ha nessuna intenzione di vivere lontano dal fidanzato,
per di più in un posto dimenticato da Dio e dagli uomini. Risultato: fa
di tutto per irritare chi dovrebbe proteggerla e, più in generale,
chiunque incontri. Visto che non si tratterrà laggiù un minuto più del
necessario, che senso ha farsi degli amici? Il ragionamento fila più o
meno liscio, finché non conosce Chet Falconer che è giovane,
dannatamente attraente e, più di ogni altra cosa, detesta le bugie.
La vita non è stata clemente con la giovane Estella Goodwin. Dopo la
separazione dei genitori, assiste impotente alla disfatta della madre.
La donna, infatti, abituata a vivere nel lusso, senza altro cui pensare,
si ritrova sola con una figlia ed è del tutto incapace di far fronte
alla nuova situazione.

Estella cresce, giorno dopo giorno, nel degrado assoluto: senza più una
guida, si ritrova giovanissima a dover badare a se stessa e ad una madre
sempre meno presente. Nonostante le cure, le condizioni della madre non
migliorano: la donna non è intenzionata a guarire, non ne ha la forza.
E lo stile di vita che ha intrapreso la conduce, inevitabilmente, alla
rovina. Il dramma è dietro l’angolo. Una sera, infatti, Estella torna a
casa e si ritrova inconsapevolmente testimone di un omicidio. Con la
madre sotto shock assiste impotente all’aggressione del suo ragazzo da
parte del boss del cartello. Presa dal panico, non perde la bussola ma,
al contrario, denuncia il delinquente e entra a far parte del sistema di
protezione testimoni. Di punto in bianco la sua vita cambia
completamente, a cominciare dal nome. Estella Goodwin non esiste più e
al suo posto nasce Stella Gordon. Estrapolata dalla sua realtà, Stella è
costretta a trasferirsi in un altro stato e a intraprendere una nuova
esistenza in una piccola cittadina. Viene affidata ad una poliziotta in
pensione, per tutto il periodo estivo e la convivenza, all’inizio non
parte bene. Stella fa di tutto per rendersi irritante. Vale la pena
integrarsi, fare amicizie, quando si sa che alla base di tutto c’è una
grossa bugia? Perché sprecare tempo ad integrarsi di nuovo, quando, una
volta maggiorenne, sarà in grado di andarsene dove vuole? Tre mesi la
dividono dal traguardo e dalla libertà vera. Al diavolo le buone
maniere, dunque, e chi vivrà, vedrà.

Avevo un nuovo lavoro. Stavo iniziando a imparare come muovermi.
Avevo Chet.
Appena ho pensato a lui in quei termini, mi sono chiesta perché lo
avessi fatto. Certo era simpatico, ma non era una ragione per restare.
È difficile, infatti, staccarsi del tutto dal passato e per quanti
progressi faccia, Stella non si sente a suo agio. Il ricordi si
riaffacciano inesorabili: le manca l’amica del cuore; ha nostalgia del
ragazzo. Tutto le ricorda quanto sia falsa la nuova vita. Stella non è
altro che una menzogna vivente, ogni cosa intorno a lei è frutto
dell’inganno. Le bugie camminano al suo fianco, scandiscono la giornata,
determinano gli incontri. La giovane è stanca di nascondersi, tuttavia,
per il suo bene, deve continuare a mentire. Fino a quando?
Ho provato l’impulso di allentare la presa sul manubrio e di
sollevare il viso verso il sole. E l’ho seguito: ho aperto le mani
cautamente sperimentando la sensazione del vento che mi sfrecciava tra
le dita. Mi sentivo aperta a infinite possibilità. Quella strada, quella
mattina, quell’estate mi appartenevano. Non avevo nessun altro di cui
preoccuparmi. Mia madre non c’era.
Non c’era più il mio problema. Immaginando che ogni pedalata mi
portasse più lontano da lei, ho accelerato spingendo come una pazza. Ero
libera. Il sorriso mi è salito dalla gola, da dentro, illuminandomi il
viso. Ero proprio libera.
Ammetto di essere rimasta piacevolmente colpita dalla storia di Stella.
La sua personalità prorompente, il desiderio di combattere le
ingiustizie, la fame di giustizia, la rendono un personaggio
affascinante e degno di attenzione. Nonostante la giovane età, Stella si
dimostra più in gamba di molte donne più mature che popolano i romanzi a
noi cari. Sa cosa vuole, sconfigge la paura con la determinazione.
Abituata a cavarsela da sola, sa cosa vuol dire prendersi le
responsabilità delle proprie azioni. Pur contraria a cambio di identità,
non si chiude dietro al muro della diffidenza. Superato il primo
momento di rabbia, infatti, Stella comprende quanto sia importante
rimanere se stessi e guardare avanti. Non ha bisogno di nascondersi
dietro ad un uomo, non si chiude in casa a piangere sulle proprie
disgrazie. Lei reagisce, vive, si adatta, sa che per tre mesi quella
sarà la sua vita e vuole viverla fino in fondo. Anche se è tutta una
finzione, Stella non dimentica i suoi principi e si dimostra leale anche
sotto se ora porta un altro nome.
Ma ciò che più mi turbava e mi feriva era sapere che Chet mi
credesse una persona che non ero. Sarebbe stato così anche per il resto
della mia vita? Era questo che mi aspettava?
In fondo è semplicemente lei, nulla di più, nulla di meno. L’incontro
con Chet non fa altro che portare alla luce la vera Estella, così come
la vicinanza con gli altri abitanti della cittadina.
Forse era perché aveva un modo buffo di farmi dimenticare che non
volevo essere lì. Dovevo solo stare attenta che la nostra relazione non
superasse certi confini.

Ci troviamo di fronte ad un thriller mozzafiato ben strutturato. La
partenza è lenta ma, a mano a mano ci addentriamo nel racconto, la
velocità aumenta fino ad un finale al fulmicotone che vi farà
letteralmente rabbrividire. Lo stile poi è impeccabile, bello,
scorrevole e ricco. Le descrizioni sono precise e la scrittrice ci
mostra, attraverso un linguaggio lineare, ogni scenario rendendolo
tridimensionale.
Tutto bello, e la presenza di refusi e imprecisioni, seppur a volte
insistenti, non inficiano il giudizio finale che rimane più che
positivo.
Consigliato!
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