Una ragazza, dopo la fine di una storia d'amore che lei riteneva vitale,
decide di incontrare un Dominatore che, attraverso il dolore, possa
estirpare il ricordo di quel sentimento. Breve racconto erotico in cui
il BDSM si incontra con l’amore, legati entrambi dal fil rouge del
dolore, emotivo e fisico. Un dolore, però, che non è mai odio, semmai un
amore così forte e profondo da scendere negli Inferi per cercare di
sopravvivere. Le pratiche BDSM non sono intese come mero piacere, ma
come risorsa ultima per compensare ad un amore che non ha abbastanza
forza per esistere. Una storia che non vuole fermarsi al puro e semplice
erotismo, ma vuole scendere fin dentro all’anima, pescando a piene mani
dall’immenso mare dei sentimenti. Erik e Christian: apparentemente due
personaggi completamente opposti, in realtà due facce della stessa
medaglia, due sfumature dell’amore e, nello stesso tempo, del dolore.
Lacrime e sangue, polvere e ferro. E un amore che non è mai venuto meno.
La fine di un amore fa male ed è difficile da superare, specialmente
quando lo si è vissuto con intensità e passione. Conscia di quello che
ha perso, la donna non sa come andare avanti. Si chiede se sia meglio
continuare a macerarsi nel dolore, sospirando ogniqualvolta un ricordo
del passato fa capolino e torna a tormentarla fino allo sfinimento, o
lasciarsi aiutare in qualche modo. Non è facile decidere e qualunque sia
il responso finale, lei sa che non smetterà di soffrire. Ma perché non
tentare? Ci ha pensato bene e così, dopo aver trascorso un anno a
piangere e a struggersi per la fine del rapporto con Erik, la nostra
protagonista conosce Christian, un dominatore, con il quale intraprende
un rapporto nuovo basato sulla totale fiducia. La donna allora si lascia
guidare ed entra in un mondo particolare, quello del BDSM.
… faceva male, ma non mi bastava. I pensieri affollavano ancora prepotentemente la mia mente, i sentimenti che avevo cercato di assopire per mesi tornavano a galla, come se ogni colpo di frusta avesse lacerato quel tanto che bastava la superficie della pelle da far fuoriuscire i ricordi del passato: un distillato purissimo di dolore.
Dolore scaccia dolore, pensa affidandosi completamente nelle mani del
suo signore. Nonostante la durezza delle sessioni, la nostra eroina non
si tira indietro, anzi le affronta a testa alta, convinta che solo
attraverso il patimento fisico si possa arrivare al piacere e
dimenticare l’intimo malessere. Gettare fuori l’angoscia che le
attanaglia il cuore; urlare a squarcia gola tutta la sofferenza patita
in seguito all'abbandono; ottenebrare la mente per smettere di pensare,
chiedendo sempre di più, sono queste le cose che la spingono a
resistere.
Non capivo se tutto questo mi piacesse, ma ne avevo bisogno. Dovevo respirare quel dolore, riempire i polmoni eliminando gli ultimi residui delle illusioni che quell’antico amore aveva lasciato.
Il racconto non è altro che un viaggio introspettivo nella mente e nella
psiche di una donna, un bellissimo ritratto della sua disperazione che
l’autrice rende ancora più incisivo grazie a uno stile preciso e ricco.
Il susseguirsi dei ricordi è scandito dal conteggio delle frustate che
fanno da colonna sonora all’alternanza tra passato e presente. Il
lettore si lascia coinvolgere, non ne può fare a meno, dalla bellezza e
la forza delle parole scritte. Queste, scivolando sulla carta, diventano
gesti e i gesti, suoni e i suoni riportano alle sensazioni primitive
dei ricordi di un amore perduto la cui forza non accenna ad
affievolirsi.
Sarebbe stato interessante approfondire il discorso così come disegnare
meglio i contorni caratteriali dei due personaggi maschili, che, per la
brevità del testo, risultano invece solo accennati.
Grazie mille per la recensione!!! Molto bella!!!
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