Per via del suo lavoro di Risvegliante, Anita Blake ha spesso a che fare
con i non-morti e sa benissimo che non sono affatto come gli zombie che
si vedono al cinema… almeno non lo sono mai stati. Dalla telefonata che
Micah riceve dalla madre, sembra invece che in Colorado sia
improvvisamente comparsa un’orda di creature assetate di sangue, che
trasformano tutti coloro che mordono in mostri simili a loro, compreso
il padre di Micah. Determinata a fermare l’epidemia e a salvare Mr
Callahan, la Sterminatrice si precipita sul posto. Tuttavia le bastano
pochi giorni per rendersi conto che questi zombie sono molto diversi da
quelli hollywoodiani. Sono molto peggio. Incredibilmente veloci e forti
come vampiri, non temono nulla, né il fuoco né la luce del giorno.
Eppure Anita deve trovare un modo per fermarli, prima che annientino le
persone che ama…
Un’orda
di zombie cannibali e di vampiri putrescenti invade una vasta zona in
Colorado seminando il panico tra gli abitanti e disseminando cadaveri in
giro come fossero pop corn. La polizia ha il suo bel da fare per
cercare di risolvere il caso che si aggiunge, cioè quello della
scomparsa massiccia di turisti. Ma non è tutto qui. Le vittime del morso
degli zombie subiscono la condanna a morte sicura. Dalla ferita, infatt
i,
l’infezione si espande a macchia d’olio nel corpo che comincia a
decomporsi per diventare in poco tempo un ammasso di poltiglia fetida e
puzzolente. Tra le vittime c’è il padre di Micah, lo sceriffo Rush
Callahan il quale aspetta la fine in una stanza d’ospedale. Guardato a
vista da tutti i colleghi e i poliziotti della contea, viene raggiunto
anche dal figlio che non vede da dieci anni, da Anita e da Nathaniel e
la schiera di guardie del corpo mannare. La situazione appare subito
tragica, non è roba di tutti i giorni, o notti se preferite, imbattersi
in zombie tanto famelici quanto veloci. I morti ambulanti, di solito,
non aggrediscono le persone né tantomeno li divorano, facendoli a
brandelli. C’è qualcosa che non quadra nel loro modo di agire.«Gli zombie camminano barcollando, a passi strascicati. Sono inarrestabili, però sono lenti. Tutti i testimoni concordano invece nel dire che gli zombie assassini sono veloci almeno come gli umani, forse persino un po’ di più, e questa è roba da film, non realtà.»
Anita è preoccupata, non riesce a capire come sia possibile risvegliare
una tale quantità di zombie in poco tempo e oltretutto in una zona
lontana da un cimitero. L’unica spiegazione possibile è che dietro ad un
fenomeno di tali proporzioni si muova un potentissimo vampiro, con le
doti di negromante, capace di migrare nei corpi, piegarli al suo volere e
guidarli in una folle lotta contro gli umani.
Gli unici zombie cannibali di cui sono a conoscenza sono stati destati dai più potenti di noi, cioè forse l’un per cento. Sono davvero rari quelli che sono capaci di risvegliare un gruppo di zombie cannibale come in questo caso, e che io sappia, nessuno di loro si trova entro i confini di questo stato.
E perché poi? Quale potrebbe essere la ragione? La risposta è fin troppo
ovvia, ma ci vorrà un po’ prima di arrivare a trovarla.
La caccia all’ultimo sangue e senza esclusione di colpi non risparmierà
nessuno e per la nostra eroina non sarà facile stavolta arrivare a capo
della situazione.
Compagno
d’avventura di Anita, anche in questa occasione, così come succede
sempre quando c’è da divertirsi davvero, è Edward. Insieme daranno vita
ad un inseguimento spettacolare a colpi di mitra e lanciafiamme. Ma
troveremo anche Jean Claude, il Master di St. Louis, ora capo assoluto
del nuovo Consiglio degli Stati Uniti, preoccupato per le sorti della
sua serva umana e amante. Per la seconda volta, da quando lo conosciamo,
l’affascinante vampiro dagli occhi blu notte accorre in un’altra città a
sincerarsi delle sue condizioni. Che belli i loro dialoghi, sempre
stimolanti, mai tediosi, sia che si parli di politica o d’amore in cui
si coglie la complicità di una coppia ormai affiatata.
Jean Claude mi guardò semplicemente, e non furono i suoi poteri vampirici né la bellezza a indurmi a distogliere lo sguardo, bensì la consapevolezza che vidi nei suoi occhi. Mi conosceva troppo bene perché potessi mentirgli e, se non potevo mentire a lui, non potevo mentire neppure a me stessa. Ecco cosa succede quando si concede troppa intimità alle persone, cazzo! Non ci si può nascondere, neppur a se stessi.
Quello che affascina nei libri di Anita Blake è la spietatezza della
piccola marshal nell’affrontare il pericolo. Dopo anni vissuti a stretto
contatto con i vampiri e i mannari, Anita è in grado di combattere ad
armi pari con chiunque e farsi valere sul campo. A fianco di Jean
Claude, ha acquisito un potere tale da diventare quasi invincibile.
Inoltre, la sua esperienza nella polizia speciale, la SWAT, fa di lei
l’esperta numero uno nel campo dei reati soprannaturali. Ma come sempre
accade, prima di poter dire la sua, la nostra negromante deve combattere
contro l’arroganza e la gelosia dei colleghi sia maschi che femmine.
Così, ogni volta, come in un rituale pagano, Anita deve affrontare i
pregiudizi delle menti bigotte, e subire i soliti giudizi sulla sua vita
sentimentale e promiscua. Ora, parliamoci chiaro, volete farmi credere
che se vi trovaste al posto della bella Risvegliante e aveste la fortuna
sfacciata di amare e essere amata dagli esseri più meravigliosi e belli
che popolano questo pianeta, vi preoccupereste delle chiacchiere? Se
foste considerate l’unica donna capace di far perdere la testa a vampiri
potenti e a creature fantastiche, non importa se lupi, leopardi, tigri o
leoni, ma tutti abili e generosi amanti, vi fareste scrupoli di qualche
genere? Andiamo, non prendiamoci in giro! Non si può non amare Anita
Blake, lei ha tutto, bellezza, forza, potere, amanti, è brava nel suo
lavoro, è leale con gli amici ed è in grado di combattere le sue paure.
Affliction è forse il libro meglio riuscito degli ultimi anni della
serie. In esso troviamo tutti i requisiti tipici dell’avventura
appassionante. Le descrizioni delle scene ambientate nei boschi intorno a
Denver sono formidabili. Il lettore è catturato dalla drammaticità
degli eventi che vive come se si muovesse accanto ai protagonisti. Con
loro corre nella radura, imbraccia il mitra e spara. Riesce anche a
sentire l’odore acre della morte di tante persone o quello ferroso del
sangue o il rumore delle pallottole; percepisce il crepitio della carne
degli zombie che brucia tra le fiamme e addirittura visualizza i pezzi
di corpi straziati sparsi sul terreno. E i rumori, le grida, gli
incitamenti, tutto prende vita tra le pagine del libro e si anima come
se invece di leggere le parole, noi ci trovassimo di fronte allo
schermo. E l’adrenalina sale così come scorre il sangue che accende gli
animi eccitandoli. Così ci si ritrova tra un’incursione in montagna e la
scoperta di uno scantinato zeppo di cadaveri, a vivere delle pause,
poche per la verità, di sesso appassionato e a volte brutale, come è
giusto che sia perché si è vivi e forti.
Abbiamo bisogno di speranza quasi più che di qualunque atra cosa, perché senza di essa, siamo perduti.
Non mi stancherò mai di ripeterlo: Anita Blake, sei mitica!
Nessun commento:
Posta un commento